Fondata nel 1934 come parte del progetto di bonifica dell'Agro Pontino, Sabaudia fu concepita ispirandosi alla grande tradizione razionalista tedesca del periodo, e costruita in un solo anno. Il piano regolatore fu scelto in base a un concorso nazionale che vide vincitori G. Cancellotti, E. Montuori, L. Piccinato e A. Scalpelli.
I suoi primi abitanti i furono coloni di origine veneta e friulana inviati, insieme alle loro famiglie, a sviluppare l'agricoltura nei poderi dell'Opera nazionale combattenti.
Ben presto però, tra gli anni ’60 e ’70, la città e il suo litorale si popolano di prestigiose presenze: è qui che trascorrono le loro vacanze Pasolini, Moravia, Dacia Maraini, Laura Betti e Bernardo Bertolucci, fra gli altri.
Le loro storie si intrecciano alla storia della città nel racconto del nostro collega Paolo, collaboratore dell’Assessorato, autore de “La vacanza degli intellettuali Pasolini, Moravia e il circolo di Sabaudia” pubblicato lo scorso luglio da UTET. Ne abbiamo parlato con lui.
Che cosa ti ha spinto a raccontare questa storia, cosa ti lega a Sabaudia?
Un luogo mitico per eccellenza, con una storia ben nota e ben determinata, che da un certo punto in poi ha cominciato ad ospitare una serie di intellettuali: pittori, artisti, scrittori, registi, anche in tempi e modi diversi, tutti con la stessa necessità, probabilmente, quella di sparire e continuare a esistere creando. A onor del vero, non ho vissuto quel tempo, l’ho ricostruito, ne ho cercato le tracce; certo, mi viene da dire, è naturale ma anche un po’ singolare che di tanti passaggi, oggi, sia rimasto davvero poco. Mi lega anche una vicenda in qualche modo privata e familiare. La biblioteca fondata e diretta dal mio prozio Feliciano Iannella, oggi ospitata nell’ex Palazzo delle Poste, splendido esempio di architettura razionalista a Sabaudia, custodisce da qualche anno i libri della casa al mare di Moravia e Maraini: l’unico segno tangibile, in effetti, di quelle estati, di quella permanenza. Volumi con dediche, ex libris, sottolineature.
(la biblioteca comunale Feliciano Iannella)
Perché tanti artisti e intellettuali hanno scelto per le loro vacanze proprio Sabaudia?
Proprio perché più che altrove, dagli anni Settanta in poi, si sono radunati in tanti, per ragioni diverse e anche molto pratiche: la vicinanza da Roma, la natura selvaggia, la possibilità di stare lontani da tutto, visto che la città era separata dal mare grazie al lago, che prima del ponte creava un vero e proprio “divisorio” naturale. Ho cercato di seguire traiettorie diverse: Bertolucci e McEwan, Moravia ed Elkann, Maraini, Pasolini, Betti e tanti altri. È facile e difficile istituire paragoni, dire che il volto di oggi è peggiore di quello di ieri.
In che modo la loro presenza ha influenzato la vita della città?
Nella misura in cui oggi, lì, ci si ricorda di loro? Sì e no. Sicuramente si deve -anche- a loro il superamento dello stigma di città fascista che fino a un certo tempo aveva tenuto lontano tante e tanti: ricorda Bertolucci che nel 1958 il padre Attilio e Moravia erano ancora inorriditi, durante una sortita in città. Pasolini, nel documentario “La forma della città”, in mezzo alle dune racconta di come l’architettura stessa sia stata più intelligente del fascismo, e fa anche un mea culpa rispetto a quell’atteggiamento che tanto a lungo si era protratto.
Oggi a Sabaudia va in vacanza Totti…com’è cambiato il clima della città?
Il presente esiste e non possiamo che prenderne atto, così come non possiamo astrarci dal tempo in cui viviamo, anche se ne raccontiamo uno lontano. Il clima, in tutti i sensi, è cambiato in effetti un po’ ovunque, ma gli esercizi di nostalgia e rimpianto possono anche essere in sé pericolosi.
Questo libro non è il tuo esordio, hai già pubblicato un romanzo “Tua figlia Anita”, per la casa editrice Nutrimento e un saggio “Letteratura e nuovi media. Come la scrittura cambia dimensione” per Bulzoni.
Hai già un nuovo progetto editoriale?
Chi scrive, in genere, sta sempre scrivendo qualche altra cosa. Nella testa c’è!
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