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Prusst TiburtinoIl P.R.U.S.S.T. Asse Tributino “fata viam invenient” è un Programma Complesso d’area vasta che interessa il sistema territoriale di via Tiburtina, in un ambito compreso tra Roma (Comune capofila), Tivoli, Guidonia e Castel Madama.

L’asse infrastrutturale Tiburtino è caratterizzato dalla compresenza di emergenze ambientali, storico-archeologiche e di attività produttive e innerva un ambito sovracomunale in cui si è giustapposta, nel tempo, una sommatoria di funzioni, episodi di eccellenza metropolitana e degrado urbano e ambientale.
In tale ambito, all’attività estrattiva delle cave di travertino e al sistema tradizionale delle industrie impostato negli anni ’40 e confermato dal PRG del ‘62, si sono progressivamente affiancate aziende a tecnologia avanzata, nonché nuclei produttivi non pianificati, sorti tra gli anni ’70 e ’90, dando esito ad un evidente disequilibrio tra le prestazioni garantite dall’infrastrutturazione territoriale e l’elevata densità di flussi e funzioni che interessano l’area.

Descrizione del Programma
Il riordino del sistema territoriale dell’Asse Tiburtino, dal punto di vista operativo consta, sostanzialmente, in un insieme strutturato ed integrato di interventi pubblici e privati, atti a garantire la riequilibratura, sia a scala locale, sia territoriale, delle relazioni tra funzioni e sistema infrastrutturale.
Dal punto di vista urbanistico e ambientale, al fine di garantire le condizioni di efficienza territoriale e di sostenibilità degli interventi, la proposta di PRUSST è stata elaborata basandosi su tre assi operativi/decisionali tra loro sinergici.
Il primo asse prevede il potenziamento dell’accessibilità alle funzioni esistenti e programmate nell’ambito di intervento; esso si attua attraverso un sistema di interventi pubblici sulla mobilità a scala locale e territoriale.
Il secondo asse prevede il ripristino delle condizioni di compatibilità e di bilanciamento ambientale tra insediamenti produttivi e sistema ambientale e storico culturale; esso si attua attraverso la riqualificazione e la valorizzazione dei sub-sistemi storico-archeologico-ambientale, terziario-direzionale, produttivo e residenziale esistenti, nel rispetto delle specificità del contesto.
Il terzo asse si basa sull’obiettivo di dotare della giusta mixitè funzionale le aree produttive a originaria destinazione prettamente “industriale”, virandole in direzione di ambiti per attività integrate.

Ne risulta una revisione organica e moderna del P.P. 18L (il Piano Particolareggiato di attuazione della vecchia zona industriale “L”, nel quale risulta localizzata la maggior parte degli interventi privati) che, attraverso interveti mirati, riscopre e mette in valore un nuovo profilo funzionale dotato delle necessarie infrastrutture di supporto, di qualità ambientale ed insediativa, ma soprattutto in grado di dare adeguata risposta alla attuale domanda di localizzazione del sistema produttivo romano.

La fattibilità economica del Programma si basa sulla possibilità di realizzare opere pubbliche da finanziarsi anche mediante il ricorso a risorse private; queste ultime sono attivabili attraverso la partecipazione di investitori, quali i titolari degli interventi privati.

Risorse Finanziarie
Il costo complessivo delle opere pubbliche programmate, nel solo Comune di Roma, ammonta a circa €157.000.000,00.

Il contributo straordinario complessivo atteso da tutti gli interventi privati per il solo Comune di Roma è pari a circa €9.000.000,00 (parte dei quali, già versata). Si attendono ulteriori risorse dalla riscossione degli oneri ordinari, da introitare per il finanziamento delle opere pubbliche.

Dei n. 16 interventi privati adottati dal Comune di Roma, con Delibera C.C. n.44/2002, n. 3 sono conclusi, avendo stipulato la convenzione urbanistica, n. 7 sono in itinere e n. 6 risultano ritirati.

Stato di Attuazione
Il programma è attualmente in fase di rimodulazione.


Documenti Scaricabili
D.M.LL.PP. n. 1169 del 08.10.1998 - (f.to pdf - Kb 208)
Deliberazione Consiglio Comunale n. 44 del 11.04.2002 - (f.to pdf - Kb 78)

I PRUSST sono i nuovi programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio promossi dal Ministero dei lavori pubblici con l'obiettivo di realizzare, all'interno di quadri programmatici organici, interventi orientati all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, all'ampliamento e alla riqualificazione del tessuto economico-produttivo-occupazionale, al recupero e alla riqualificazione dell'ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati.

I PRUSST nascono con il D.M. del 8 ottobre 1998.

Il decreto contiene il dispositivo generale ed il bando con le norme ed i criteri di selezione e finanziamento dei programmi.

I PRUSST rappresentano la nuova fase di programmazione e riqualificazione territoriale che nasce dall'esperienza dei programmi di riqualificazione urbana.

I nuovi programmi mettono in connessione tra loro diversi "punti focali" di programmazione presenti in un medesimo ambito territoriale, ognuno con la propria dotazione di strumenti normativo-tecnico-finanziari, i quali, seppure finalizzati a propri obiettivi, dovranno trovare ordine in un quadro organico e unitario tale da assicurare un governo efficace ed ordinato delle diverse iniziative che concorrono allo sviluppo di uno stesso territorio (vedi il caso della presenza di Patti territoriali, Contratti d'area, ecc.).


Obiettivi

I fondamentali obiettivi dei PRUSST sono:

1) la realizzazione, l'adeguamento e il completamento di attrezzature sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano, in grado di promuovere e di orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale e garantendo l'aumento di benessere della collettività.
Gli interventi sono riconducibili, in via esemplificativa:
- al sistema stradale, ferroviario, aeroportuale, portuale, energetico, idrico, delle telecomunicazioni nonché alle opere necessarie per la difesa del suolo;
- ai porti, agli aeroporti, agli interporti, agli scambiatori di modalità e alle interconnessioni delle reti con il sistema urbano;
- a interventi di rilevanza tale da costituire poli di attrazione quali: sedi di tribunali, strutture ospedaliere, università, centri congressuali, strutture polifunzionali per lo sport, il turismo e il tempo libero, ecc.

2) la realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate all'ampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione turistico-ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado.
Gli interventi in oggetto sono riconducibili, in via esemplificativa:
- a opere di urbanizzazione primaria a servizio di aree produttive o di quartieri degradati;
- a opere di urbanizzazione secondaria di livello almeno urbano;
- alla realizzazione e riqualificazione di insediamenti produttivi in grado di promuovere lo sviluppo, l'innovazione e la competitività tra imprese anche attraverso la diffusione di nuove tecnologie;
- alla realizzazione e recupero di edilizia residenziale al fine di innescare processi di riqualificazione fisica e sociale dell'ambito considerato;
- alla gestione di attività no-profit;
- alla ristrutturazione di edifici di rilevante valore storico-artisitico, sviluppo di artigianato tipico, riconversione di complessi industriali con valenze culturali anche da destinare ad altri usi.


Ambiti di attivazione

I programmi possono essere attivati in tutte le aree del Paese.
Gli ambiti territoriali a cui fare riferimento sono:
- i sistemi metropolitani caratterizzati dal deficit infrastrutturale relativo alla gestione dei grandi bacini di mobilità e dalla criticità delle interconnessioni tra nodi dei sistemi di trasporto internazionali, nazionali e interregionali;
- i distretti insediativi che richiedono una migliore strutturazione della loro articolazione infraregionale, rafforzando le relazioni di complementarità e sinergia tra i singoli centri ricompresi nei suddetti distretti;
- il sistema degli spazi di transizione e integrazione tra i sistemi urbani e i sistemi infrastrutturali del territorio e le reti dei centri;
- il sistema delle attrezzature sia a rete che puntuali di livello territoriale e urbano.


Beneficiari

I soggetti promotori, che presentano le richieste di finanziamento, sono:
Comuni singoli o associati oppure le Province e le Regioni, previa intesa con i Comuni interessati.

I soggetti proponenti, che hanno la funzione di presentare istanze, idee e proposte ai soggetti promotori, sono:
- altre amministrazioni pubbliche centrali e locali, le camere di commercio, gli enti pubblici economici, le università, etc.
- le associazioni di categoria, le imprese singole o consorziate, le società finanziarie e le banche.

I promotori devono favorire la più ampia partecipazione degli altri soggetti pubblici locali nonché dei soggetti privati. Infatti, almeno 1/3 degli investimenti complessivi previsti devono essere privati e i soggetti promotori devono individuare gli interventi pubblici soprattutto in funzione della possibilità che gli stessi vengano cofinanziati da risorse private mediante il ricorso a meccanismi di project financing.


Modalità di finanziamento

I finanziamenti del. Ministero dei lavori pubblici, Direzione generale del coordinamento territoriale, sono pari a circa 2,9 miliardi per ciascun programma, per uno stanziamento totale di 140 miliardi.

I finanziamenti sono finalizzati prioritariamente alla definizione della fattibilità del programma.

Altre norme del bando significative in materia finanziaria prevedono che:
- gli investimenti privati per interventi privati devono coprire almeno un terzo dell'investimento complessivo;
- i soggetti privati devono concorrere per quota parte significativa al finanziamento delle opere pubbliche o d'interesse pubblico.
- i soggetti promotori e i soggetti proponenti individuano gli interventi pubblici da ricomprendere nel programma anche in base alla possibilità che i medesimi interventi possano essere realizzati con risorse private sulla base di piani finanziari e di corrispettivi di gestione.

Al finanziamento dei PRUSST possono concorrere risorse diverse:
- le somme provenienti dai capitoli di bilancio del Ministero dei lavori pubblici, Direzione generale delle opere marittime e Direzione generale dell'edilizia statale, quando i PRUSST comprendono interventi inseriti nella programmazione delle stesse Direzioni;
- le somme provenienti dal fondo di rotazione per la progettazione della Cassa Depositi e Prestiti;
- i finanziamenti di altri Ministeri per la realizzazione delle opere di competenza già programmate;
- i finanziamenti delle Aziende pubbliche nazionali e locali per la realizzazione delle opere infrastrutturali e dei servizi pubblici;
- i finanziamenti europei del QCS 2000-2006 e dei prossimi Fondi Strutturali per le aree che ne possono beneficiare ( Ob.1, Ob.2, ecc.);
- i finanziamenti degli enti locali;
- i finanziamenti privati da destinare alla realizzazione di quota parte delle opere pubbliche e alla realizzazione delle opere private;
- ulteriori risorse attivate con l'utilizzazione di prestiti del sistema bancario europeo ed, in particolare, con l'utilizzo di prestiti BEI finalizzati a questi scopi.


I Programmi ammessi a finanziamento

Con Decreto del Ministro in data 19 aprile 2000 sono stati ammessi a finanziameto 48 programmi, 21 risultati primi in ciascuna graduatoria regionale e gli altri 27 nell'ordine della graduatoria nazionale.

Per ciascuna regione sono stati ammessi a finanziamento: un solo programma per le regioni Abruzzo, Calabria, Molise, Sardegna, Valle d'Aosta e per le provincia autonoma di Trento e per quella di Bolzano; due programmi per le regioni Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche e Toscana; tre programmi per le regioni Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Umbria; quattro programmi per le regioni Liguria, Puglia e Veneto e cinque programmi nel Lazio.

Tra i soggetti promotori vi sono quattro regioni, l'Abruzzo, l'Emilia Romagna con due programmi, la Liguria e il Veneto; sette province, Siracusa, Varese, La Spezia, Cuneo, Udine, Terni e Bolzano e cinque grandi città, Trieste, Roma, Genova, Milano e Bari.

Gli investimenti attivabili, nel complesso dei quarantotto programmi, sono pari a 65.037 miliardi di lire suddivisi in parti uguali tra risorse pubbliche e private.


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