Dipartimento

Tutte le tappe che il Piano Regolatore Generale vigente ha percorso per giungere all'approvazione definitiva. I passaggi procedurali (decisioni di giunta, osservazioni dei Municipi,controdeduzioni ecc.) e l'insieme delle iniziative che li hanno accompagnati (le presentazioni ai Municipi, alle Università ad Enti e associazioni).

 

Giugno 2002

La proposta di nuovo Piano Regolatore Generale è stata approvata dalla Giunta comunale il 18 giugno A partire dal 18 giugno si è avviata una fase di presentazione e divulgazione del Piano che ha coinvolto tutti i Municipi nelle forme che gli stessi Municipi hanno prescelto: dalle riunioni di Giunta ai Consigli Municipali aperti al pubblico, da seminari su temi specifici -ambiente, mobilità, insediamenti residenziali e produttivi- con le specifiche commissioni ad assemblee municipali. Altri e numerosi incontri di presentazione e dibattito sul nuovo Piano Regolatore generale sono stati svolti con enti e associazioni.

 

Ottobre 2002

Il termine fissato dal regolamento comunale per la presentazione dei pareri da parte dei Municipi sarebbe scaduto il 31 luglio del 2002, ma, accogliendo l'istanza presentata dai Municipi stessi il Consiglio Comunale ha deciso di accettare i pareri pervenuti anche successivamente (l'ultimo parere è pervenuto in data 26 ottobre). Su 19 Municipi, 12 Municipi hanno presentato parere positivo e 6 Municipi parere contrario (un Municipio, il II, non ha inviato alcun parere). Ogni parere è stato accompagnato da una serie di osservazioni.

 

Dicembre 2002

Nella seduta del 3 dicembre 2002 la Giunta Comunale ha modificato la decisione di Giunta n. 67 del 18 giugno 2002 apportando modifiche agli elaborati prescrittivi di Piano a seguito delle osservazioni presentate dai Municipi.

 

Marzo 2003. Adozione

Delibera di Consiglio Comunale n. 33 del 19/20 marzo 2003. Il Consiglio Comunale approva l'adozione del nuovo Piano Regolatore Generale.

Al precedente Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, approvato con D.P.R. il 16.12.1965, sono state apportate, nel corso degli anni, varianti generali e specifiche per adeguarne le previsioni alle disposizioni legislative nazionali e regionali nel frattempo intervenute, oltre a numerose varianti di normativa, nonché per il recupero urbanistico, per la realizzazione di opere pubbliche, etc.

La variante denominata “Piano delle Certezze”, approvata il 29.05.1997, ha costituito un’anticipazione della redazione del nuovo Piano Regolatore della città perseguendo la definizione dei contenuti e delle modalità di intervento, sia per il sistema storico-ambientale, cioè le aree non trasformabili riconducibili al complesso dei parchi e dell’agro romano, sia per la parte consolidata della città, rendendo al tempo stesso evidente quella parte del territorio, definita come la città da completare e trasformare, per la quale sono rimaste in vigore le previsioni e le normative del vigente Piano Regolatore Generale oggetto della redazione definitiva del nuovo Piano Urbanistico della città.

La redazione del nuovo Piano Regolatore Generale è stata impostata su alcuni criteri informatori:

  1. l’assunzione del principio della sostenibilità;
  2. il perseguimento dell’obiettivo della creazione di un quadro di riferimento strutturale costituito dal sistema storico-ambientale (la cintura verde costituita dal sistema dei parchi e dell’agro), dal sistema della nuova mobilità su ferro e su gomma, dalla nuova organizzazione del sistema insediativo basata su un modello policentrico (le nuove centralità di livello metropolitano ed urbano);
  3. la priorità della riqualificazione dei tessuti edilizi esistenti;
  4. la semplificazione e lo snellimento delle procedure nel rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza;
  5. la proposizione di un piano aperto alla prospettiva della costituzione della città metropolitana.

 

Luglio 2003

Dal 9 luglio 2003 la Delibera di Adozione del Piano con tutti gli allegati, pubblicata presso l'Albo Pretorio, è diventata esecutiva.

 

Settembre 2003

Pubblicazione. Ai sensi della Legge urbanistica il Piano adottato viene reso pubblico attraverso l'affissione all'Albo Pretorio, un avviso sui quattro principali quotidiani di Roma e mediante l'affissione di manifesti. Nel periodo dei trenta giorni successivi chiunque può prendere visione degli elaborati di piano depositati. Entro 60 giorni dalla pubblicazione, sono state presentate le osservazioni al Piano pubblicato. Le osservazioni -redatte in duplice copia su carte semplice- sono state consegnate entro il termine del 3 novembre 2003 al Protocollo del Dipartimento VI, in via del Turismo, 30/32 -Roma 00144 o spedite per raccomandata.

I documenti pervenuti sono stati 4.269, contenenti osservazioni al nuovo Piano Regolatore Generale, alcuni dei quali articolati in più osservazioni, e quindi, ad esito dell’istruttoria, risultano formulate le controdeduzioni a n. 7.036 osservazioni.

 

Dicembre 2003 - Dicembre 2005

Gli uffici hanno esaminato tutte le osservazioni pervenute e hanno risposto a ognuna di esse.

 

Marzo 2006. Controdeduzioni

Delibera di Consiglio Comunale n. 64 del 21/22 marzo /2006. Il Consiglio Comunale approva le controdeduzioni alle osservazioni presentate dai cittadini. Il Piano controdedotto in Consiglio è così pronto per essere inviato alla Regione per l'approvazione definitiva.

 

Aprile 2006

Approvazione della legge che snellisce le procedure per l'approvazione del piano di Roma (art.66 bis L.R. 38/99).

 

Luglio 2007

Adozione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, premessa per l'avvio del processo di copianificazione.

 

Settembre 2007

Il Sindaco di Roma convoca la Conferenza di Copianificazione.

 

Febbraio 2008. Approvazione

Delibera di Consiglio Comunale n. 18 del 12 febbraio 2008. Il Consiglio Comunale approva il nuovo Piano Regolatore in coda alle attività che lo hanno reso possibile:

5 febbraio: approvazione dello schema di accordo Regione-Provincia-Comune da parte della Conferenza di Copianificazione.
6 febbraio: sigla dell'accordo Sindaco di Roma/Presidente Regione Lazio e proposta Delibera di ratifica e Approvazione in Giunta Comunale.
7 febbraio: dibattito nelle commissioni consiliari.
8 febbraio: Delibera di ratifica della Giunta Regionale.
11-12 febbraio: dibattito e approvazione da parte del Consiglio Comunale.

Ad esito della Conferenza di Copianificazione -nella quale è stato effettuato il vaglio congiunto di Comune, Regione e Provincia al fine di conformare il Piano adottato alle previsioni degli strumenti di pianificazione territoriali e di settore, di ambito regionale, provinciale o statale- i tecnici delle tre amministrazioni hanno sottoscritto uno schema di accordo siglato dal sindaco di Roma e dal presidente della Regione, sentito il presidente della Provincia. L'accordo è stato ratificato dalla Giunta Regionale e dal Consiglio Comunale, che nella stessa seduta ha approvato il nuovo Piano Regolatore Generale.

Gli oltre 280 elaborati del Piano adottato dovranno essere adeguati secondo quanto definitivamente approvato. Tali adeguamenti comporteranno un lavoro di parecchi mesi. Rispetto al Piano adottato, infatti, gli elaborati approvati sono oltre 360. Le tavole geologiche sono state aggiornate sulla base di recenti ricerche, ampliate -da 45 si è passati a 83- e uniformate alla scala degli altri elaborati del Piano. Inoltre sono state aggiunti 47 elaborati vegetazionali, in una impostazione ecologica integrata, coerente con le esigenze di una pianificazione territoriale sostenibile e della corretta gestione delle risorse naturali. Infine, tutte le tavole della Rete Ecologica sono state elaborate a scala 1:10.000, da 11 si è passati a 31 tavole, per conformarle a quelle di Sistemi e Regole.

 

Marzo 2008.

Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio -avvenuta il 14 marzo 2008- il nuovo Piano Regolatore di Roma diventa vigente. Roma ha così nuove regole e linee guida per orientare il proprio sviluppo. Principi cardine: orizzonte metropolitano, decentramento e policentrismo, tutela ambientale e del patrimonio storico-culturale, più servizi e funzioni urbane per le periferie, cura del ferro.

 

Giugno 2016. Ridisegno definitivo

Deliberazione di Commissario Straordinario con i poteri dell'Assemblea Capitolina n. 48 del 7 giugno 2016. Approvazione del disegno definitivo.

Il disegno definitivo del PRG 2008 è, per ciascuna area, il compendio grafico di un percorso pianificatorio che si avvia nel 2003 con gli elaborati "Sistemi e Regole" scala 1:10.00 e 1:5.000 facenti parte della Deliberazione di adozione. Si sovrappongono ad essi, e vengono rappresentate graficamente, tutte le modifiche ed integrazioni succedutesi fino alla conferenza di copianificazione.

Oltre alla riproduzione del compendio del PRG ad esito del processo, viene dato conto e rappresentato quanto tra il 2006 ed il 2008 nelle rappresentazioni grafiche era sfuggito o di cui non si aveva consapevolezza alla data dell'approvazione.
Si parte da uno strato di recepimenti non graficizzati (7), alla descrizione di errori materiali finora non corretti (20), ad aree non pianificate generate dall'assemblaggio dei procedimenti attuativi (196), ad aree con destinazione incongruente con la realtà e con la normativa (50).

L'elaborato prescrittivo definitivo "Sistemi e Regole" registra tutte le modifiche intervenute e costituisce la rappresentazione finale del PRG per ciascun ambito e per ciascuna delle componenti. A seguito degli adeguamenti sono state riportate le ricadute grafiche sull'elaborato prescrittivo "Rete ecologica" 1:10.000.

Il risultato finale è il disegno del Piano relativamente agli elaborati
2. "Sistemi e regole" 1:5.000, (12 fogli + legenda)
3. "Sistemi e regole" 1:10.000, (31 fogli + legenda)
4. "Rete Ecologica" 1:10.000, (31 fogli)
che rappresentano la forma definitiva degli elaborati grafici prescrittivi del PRG approvato con Deliberazione n. 18/2008.

PU San LorenzoNel corso dell'assemblea del 30 novembre 2009 è stato distribuito ai partecipanti un questionario (f.to Pdf - Kb 40) con cui i cittadini possono rendere noti, preliminarmente e in via generale, i loro interessi rispetto alle tematiche proposte.

Il questionario e tutti gli altri contributi partecipativi, le osservazioni e le proposte possono essere inviati entro il 28 febbraio 2010 secondo le seguenti modalità:

Home path Direzione Dipartimento path Direzione Edilizia path U.O. Permessi di Costruire path Monitoraggio Campi Elettromagnetici path F.A.Q.

 

TEMATISMO INTRODUTTIVO
1. È corretto parlare di inquinamento elettromagnetico dal momento che la vita dell’uomo è nata e si è evoluta in un anche in un contesto ambientale elettromagnetico?
R. Si. Dall’inizio del secolo, cioè dall’invenzione della radio e quindi con i successivi sviluppi del settore delle telecomunicazioni, il fondo e. m. artificiale, alle radiofrequenze, ha registrato un incremento dell’ordine del milione volte.
2. Perché il campo magnetico terrestre non è pericoloso per la salute umana pur avendo un valore dello stesso ordine di grandezza (cioè analogo) di quello indicato dai limiti previsti per gli elettrodotti.
R. Il campo magnetico terrestre si può considerare costante e quindi non da luogo a correnti indotte. Il c.m. generato dagli elettrodotti varia 50 volte al secondo e può indurre correnti anche molto intense all’interno del corpo umano L’effetto biologico principale delle correnti indotte dal c.m. a 50 Hz è riconducibile a fenomeni di stimolazione dei tessuti muscolari, in particolare del muscolo cardiaco.

TEMATISMO IMPIANTI (ELETTRODOTTI E TELEFONINI)
3. I campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti in che cosa si differenziano da quelli generati, ad esempio, dai nostri telefonini?
R. I due campi non sono rappresentativi dello stesso fenomeno. Gli elettrodotti generano un campo elettrico ed uno magnetico che sono indipendenti l’uno dall’altro e che si attenuano molto rapidamente con la distanza dalle linee elettriche (ordine della decina di metri). Nei campi elettromagnetici generati dai telefonini e, più in generale, dai sistemi per le telecomunicazioni, il campo elettrico è quello magnetico costituiscono una unico fenomeno: il cosiddetto campo elettromagnetico che ha la proprietà di propagarsi a grande distanza dalla sorgente (anche miglia di chilometri).
4. In che misura viene attenuato un campo elettrico e quello magnetico dalla struttura di una normale abitazione? E’ utile e si può impedire l’accesso in casa dei campi magnetici?
R. Con riferimento al campo elettrico e magnetico generato da un elettrodotto, il primo è ridotto di un fattore di circa 100 mentre il secondo, in pratica, non subisce alcuna attenuazione dalle strutture edilizie. Anche per le frequenze più alte, le strutture murarie delle abitazioni il campo elettromagnetico determinano fattori di riduzione di circa 20. In linea generale è comunque possibile attenuare anche il campo magnetico ricorrendo, ad esempio, a strutture schermanti di materiale cosiddetto ferromagnetico del tipo sottili laminati in ferro. Per quanto riguarda l’utilità, si ritiene non sia necessario ricorrere a costosi e complicati sistemi di schermatura purchè i valori di esposizione previsti per questi tipi di campi rimangano al di sotto dei limiti di legge.
5. Quali sono, in ordine crescente gli impianti che determinano maggiore esposizione per la popolazione?
R. Ponti radio; stazioni radio base; trasmettitori televisivi trasmettitori radio.
6. L’interramento di un elettrodotto abbatte completamente il campo elettrico ed il campo magnetico?
R. Solo il campo elettrico. Quello magnetico viene fortemente contenuto nel senso che decade molto più rapidamente rispetto alle lineee aeree.
7. Perchè non si collocano le antenne delle stazioni radio base fuori dai centri abitati come si tende a fare con gli impianti di trasmissione radio e T.V.?
R. Gli impianti televisivi hanno solo lo scopo di inviare il segnale agli utenti che lo ricevono. Gli impianti per la telefonia mobile, invece oltre ad inviare i segali agli utenti, devono anche riceverlo dagli utenti stessi cioè dal telefonino che però ha una potenza molto bassa (1/4 di W) e quindi le SRB devono necessariamente essere collocate in vicinanza dell’utenza.
8. La televisione digitale, di prossima introduzione, aggrava i problemi di inquinamento elettromagnetico?
R. No, anzi li riduce perchè su una stessa frequenza, attualmente dedicata ad un solo canale televisivo, potranno essere collocati 4-5 canali.

TEMATISMO SANITARIO
9. Quali sono gli effetti che i campi elettromagnetici provocano sull’uomo e da cosa dipendono?
R. Gli effetti dipendono essenzialmente dalla frequenza e dall’intensità del campo elettromagnetico. Alle basse frequenze (elettrodotti) prevale l’effetto di correnti indotte nel corpo umano con la stimolazione dei tessuti nervosi e muscolari. Alle alte frequenze (impianti per le telecomunicazioni) prevalgono gli effetti temici con il riscaldamento dei tessuti.
10. Quando un campo elettromagnetico diventa pericoloso per la salute umana?
R. Solo quando superano i limiti prescritti dalla normativa.
11. Esistono dei tempi massimi consigliati per l’uso del telefono cellulare?
R. No. Esistono però degli standard internazionali espressi in quantità massima di energia e.m. ceduta al cranio. I costruttori di telefonini si attengono a tali standard
12. Qual è il modo migliore per utilizzare il telefono cellulare? L’uso dell’auricolare risolve/attenua il l’esposizione, in che modo?
R. Si, l’auricolare e il viva voce risolvono diversi problemi : l’uso del telefonino mentre si guida, disimpegnano le mani, infine attenuano significativamente l’esposizione perché allontanano il terminale dal cranio
13. Qual è la parte del corpo più esposta alle onde elettromagnetiche? Quali sono gli effetti causati in relazione all’esposizione? Sono reversibili?
R. Con riferimento al telefonino, le parti più esposte sono il cranio ed il polso della mano che tiene il terminale. Gli effetti sono termici (incremento di temperatura inferiore ad 1/10 di grado) e sono reversibili nel senso che cessano quando il terminale non trasmette.
14. È vero che un’antenna di una stazione radio base (ripetitore) è meno pericolosa per le abitazioni sottostanti rispetto alle abitazioni che si trovano di fronte all’antenna stessa?
R. Si (spiegare l’effetto cono di luce del faro)
15. Le parabole per la ricezione delle trasmissioni televisive satellitari sono pericolose?
R. No, sono antenne passive che non irradiano campo e.m.
16. Alcuni Comuni hanno fissano distanze minime delle antenne e degli elettrodotti dalle scuole. Con tale provvedimenti è realmente assicurata la tutela della salute dei bambini?
R. In generale no. Quello che è significativo è il non superamento dei limiti in corrispondenza dei recettori umani. La distanza da una antenna non è un parametro di sicurezza: in alcune situazioni può accadere che a distanze più brevi dall’antenna, il campo e.m. sia inferiore che a distanze maggiori.
17. Sono efficaci quei dispositivi propagandati per neutralizzare gli effetti dei telefoni cellulari sulla salute umana?
R. No
18. I disturbi che i campi elettromagnetici. provocano ad esempio sui citofoni, possono essere considerati come pericolosi anche per le persone?
R. In generale no, perchè avvengono già con valori di campo che sono inferiori ai limiti di esposizione fissati per la protezione della salute della popolazione

TEMATISMO NORMATIVO
19. Quale è il quadro delle norme italiane in materia di protezione dalla esposizione dei campi elettromagnetici e come si confronta con quello adottato degli altri Paesi?
R. Quadro normativo nazionale si basa sul principio di precauzione (legge 36/01) e Decreti applicativi del 2003. I limiti fissati da tali norme limiti risultano minori di quelli europei di un fattore 33 per gli elettrodotti e di un fattore tra 7 e 10 per gli impianti per le telecomunicazioni.
20. Chi autorizza l’installazione degli impianti e con quali procedute?
R. I comuni su parere positivo delle ARPA in merito al rispetto dei limiti di esposizione fissati dalla normativa.
21. Per le zone protette come: parchi, riserve naturali o recettori sensibili (scuole, ospedali,etc.), esistono delle limitazioni autorizzative all’installazione di: antenne radio, TV, telefonia mobile, elettrodotti?
R. In generale le zone protette sono caratterizzate da vincoli che possono riguardare anche tali impianti.
22. Quali sono i soggetti istituzionali preposti al controllo ed alla vigilanza delle sorgenti di campo elettromagnetico sul territorio?
R. Le ARPA
23. A chi deve rivolgersi il cittadino per verificare il rispetto della normativa sui limiti di esposizione ai campi elettromagnetici?
R. Al comune ed all’ARPA
24. La normativa vigente distingue l’esposizione della popolazione da quella dei lavoratori?
R. Si. Però non sono stati ancora emanate le norme per i lavoratori
25. Esiste una normativa specifica per l’inquinamento elettromagnetico generato dalla trazione ad alta velocità (T.A.V.)?
R. Per quanto riguarda le linee di alimentazione della trazione sono applicabili i limiti fissati dal decreto sugli elettrodotti. Per quanto riguarda l’utenza trasportata, non esiste una specifica norma.
26. Come possono tutelarsi i cittadini, i condomini, o i comitati rispetto l’installazione dei ripetitori di telefonia mobile? Quali sono gli enti preposti all’autorizzazione all’installazione e quali al controllo? Una volta installata un’antenna, chi garantisce il rispetto dei limiti di legge?
R. La legge sulla trasparenza degli atti della Pubblica amministrazione assicura ai cittadini di accedere agli atti istruttori per l’autorizzazione all’installazione degli impianti e verificarne i contenuti. Le Autorizzazioni all’installazione sono di competenza dei Comuni. Il controllo e la vigilanza degli impianti ai fini della verifica del rispetto limiti di esposizione fissati dalla normativa, sono di competenza delle ARPA

TEMATISMO SULLA RETE DI MONITORAGGIO
27. Quali informazioni aggiuntive danno le centraline rispetto agli altri strumenti di misura dei campi elettromagnetici?
R. Le centraline effettuano il monitoraggio, cioè la misura, in continuo del campo elettromagnetico registrandone i valori. Tale caratteristica consente di accertare come variano nel tempo i livelli del campo e quindi, al termine di ogni ciclo di monitoraggio, sono disponibili i dati sul valori massimi raggiunti e le informazioni relative al giorno, ora e minuto nei quali tale valore è stato raggiunto. Le centraline forniscono inoltre le informazioni relative ai contributi di campo elettromagnetico dovuti agli impianti di trasmissione radio-televisisvi ed agli impianti per la telefonia mobile.
28. Chi decide dove istallare le centraline?
R. I Municipi possono proporre al Comune il posizionamento delle centraline tenendo conto anche delle richieste dei cittadini.
29. Chi provvede alla validazione tecnica dei dati registrati dalla centraline?
R. In base al Protocolli d’Intesa del, 2004 tra Comune di Roma ed Arpa Lazio, la validazione dei dati è competenza dell’Agenzia.
30. Cosa accade se le centraline registrano superamenti dei limiti previsti dalla normativa?
R. In tali casi, l’Arpa provvede ad individuare gli impianti responsabili dei superamenti e, in relazioni alla tipologia degli impianti, sono emesse le ingiunzioni ai titolari degli stessi per riportare a norma le emissioni di campo elettromagnetico. Ove tali ingiunzioni non fossero adottate la normativa prevede la disattivazione degli impianti.


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Legge 22 febbraio 2001, n. 36
"Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici"

Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259 (Capo V - artt. 86, 87, 88 e 89)
"Codice delle comunicazioni elettroniche"

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 (f.to Pdf - Kb 236)
Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la
protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici
generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. (GU n. 199 del 28-8-2003)


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