L’area del Piano Particolareggiato zona “O” n.55 “Carcaricola” ricade nel territorio del VIII Municipio e si sviluppa nell'ambito del territorio di Tor Vergata tra l’insediamento dell’Università degli Studi di Tor Vergata, il Piano Particolareggiato n. 59 Tor Vergata Passo Lombardo e l’autostrada del sole.

Dati
La borgata ha una superficie complessiva, pari a 12,62 ettari, per una densità territoriale pari a 149,07 ab/ha dei quali:
• 1.882 abitanti totali di previsione, di cui 1.713 esistenti;
• 3,82 ettari a destinazione pubblica;
• 1,38 ettari è destinata a viabilità pubblica;
• 7,40 ettari a destinazione fondiaria.

La dotazione degli standard di cui al D.M. 1444/68 è la seguente:
• Verde pubblico 9,66 mq/abitante;
• Servizi pubblici 6,69 mq/abitante;
• Parcheggi pubblici 2,51 mq/abitante;
• Totale aree pubbliche per Standard 18,85 mq/abitante.
Sono previsti inoltre parcheggi pubblici afferenti al non residenziale nella quantità compresa tra 0,40-0,80 mq/mq, per complessivi 2.801 mq.

Stato di attuazione
Approvato con Deliberazione di Commissario Straordinario n. 62 del 19.07.2001

Allegati
Deliberazione di Adozione di Consiglio Comunale n. 29/98 (f.to pdf - Kb 254)
Deliberazione di Controdeduzione di Consiglio Comunale n. 145/00 (f.to pdf - Kb 248)
Deliberazione di Approvazione di Commissario Straordinario n. 62/01 (f.to pdf - Kb 131)
Elab. 1A - Consistenza edilizia per anni di costruzione (f.to pdf - Mb 3,71)
Elab. 1B - Analisi dello stato di fatto - Impianti (f.to pdf - Mb 4,25)
Elab. 1C - Analisi dello stato di fatto - Vincoli (f.to pdf - Mb 5,95)
Elab. 1D - Analisi dello stato di fatto - Destinazione d'uso degli edifici (f.to pdf - Mb 4,240)
Elab. 1E - Analisi dello stato di fatto - Area edificata / Spazio libero (f.to pdf - Mb 5,17)
Elab. 1F - Analisi dello stato di fatto - Rete viaria (f.to pdf - Mb 3,50)
Elab. 2 - Connessione con il tessuto urbano (f.to pdf - Mb 8,73)
Elab. 3 - Aree pubbliche (f.to pdf - Mb 3,73)
Elab. 4a - Planimetria catastale (f.to pdf - Mb 2,66)
• Elab. 4b - Zonizzazione (f.to jpg - Mb 3,21)
• Elab. 5 - Rete viaria (f.to jpg - Mb 3,26)
Elab. 6 - Documentazione fotografica (f.to pdf - Mb 2,22)
Elab. 7 - Previsione di massima delle spese (f.to pdf - Mb 1,70)
Elab. 8 - Relazione illustrativa (f.to pdf - Mb 2,38)
Elab. 9 - Norme Tecniche di Attuazione (f.to pdf - Mb 4,06)
Elab. 11 - Elenco delle proprietà catastali soggette a esproprio (f.to pdf - Mb 9,00)

 

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Ufficio Zone O

 

Mappa Zone OL'operazione con la quale si da il via al “riconoscimento urbanistico” delle zone di nuovo abusivismo, inizia nel 1976-77 con l’individuazione dei nuclei mediante “perimetrazione” e con la successiva adozione della variante a zone “O” di P.R.G. (1978). La delibera delle controdeduzioni alle 2.200 circa osservazioni pervenute (1980), le modifiche che la Regione ha trasmesso al Comune (1981), fino al voto del Comitato Tecnico Regionale (1982 e 1983) portano, dopo un iter durato 7 anni, alla definitiva delibera di approvazione (G.R.L. n. 4777 del 3 agosto 1983) della variante al P.R.G. per il recupero dei “nuclei edilizi” dei 74 nuclei delle zone “O” per ciascuna delle quali sarebbe stato redatto un apposito piano particolareggiato (art. 16 delle N.T.A. del P.R.G.).
Il “recupero urbanistico” si attuerà con la realizzazione delle previsioni del Piano Particolareggiato dopo essere stato definitivamente approvato.
Nonostante il “clima politico” di questi anni fosse favorevole a questo tema (fu il cavallo di battaglia che mandò al governo della città di Roma la prima giunta di sinistra del sindaco Argan) c’è da considerare che il riconoscimento urbanistico di questi nuclei abusivi poté avvenire solo successivamente l’approvazione, con Legge Regionale n. 28/1980, delle “Norme concernenti l’abusivismo edilizio ed il recupero dei nuclei edilizi sorti spontaneamente”, che anticipò quella che poi divenne la legge nazionale sul condono edilizio (L. 47/85).
Numerosi insediamenti abusivi sorti spontaneamente erano divenuti, nel corso degli anni '70, veri e propri quartieri con notevoli carenze nel campo delle infrastrutture primarie e secondarie (le cosiddette “borgate”)
Dalla seconda metà degli anni Settanta le “borgate” sono state oggetto di un processo di risanamento sia urbano che sociale interessando la rete stradale, l’illuminazione pubblica e, soprattutto il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie mediante l’attuazione dei seguenti piani:
- il Piano di risanamento idro-sanitario per la costruzione delle reti idriche e fognarie (Piano ACEA) varato nel 1974
- il Piano di edilizia scolastica avviato nel 1976
- il Piano di illuminazione pubblica del 1979
- il Piano per l’estensione della rete di gas metano del 1980
Oltre che soddisfare i bisogni primari, questi quartieri avevano bisogno di aree pubbliche per l’organizzazione delle infrastrutture.

La variante a zona “O” – “recupero urbanistico” (approvata con delib. G.R.L. 4777/1983) ha riguardato n. 74 nuclei che interessavano:
- una superficie complessiva di 4.700 ha circa;
- 250.000 stanze/abitanti esistenti;
- 150.000 da realizzare a completamento:
- una densità media totale di 85 ab/ha circa.

Successivamente (con delib. G.R.L. 4832/1988) fu approvata la variante a zona “O” – “recupero urbanistico” per altri n. 5 “nuclei costieri” che non erano stati precedentemente approvati per incompatibilità con vincoli idrogeologici, paesistici ed archeologici. I n. 5 “nuclei costieri” interessavano:
- una superficie complessiva di 180 ha circa;
- 15.000 stanze/abitanti esistenti;
- 3.500 da realizzare a completamento.
N. 4 dei nuclei della delib. G.R.L. 4777/83, per una superficie complessiva di 300 ha circa, con 15.000 stanze/abitanti esistenti e 6.500 da realizzare a completamento ed i n. 5 “nuclei costieri” ricadono, dal 1992, nel nuovo Comune di Fiumicino che ha interessato un territorio (ex XIV^ Circoscrizione di Roma) di circa 30.000 ha dei 150.000 circa del Comune di Roma.

Con la Variante Generale al P.R.G. nel 2006 (Piano delle Certezze) vengono approvati altri n. 3 nuclei di cui n. 2 (Colle del Sole, ex Tavernelle e Pratolungo che non erano stati precedentemente approvati nella Variante del 1983 per incompatibilità con l’inceneritore di Rocca Cencia dell’intorno).
N. 3 Varianti “immediatamente esecutive” approvate nella metà degli anni duemila, ai sensi art. 9 della L.R. n. 28/80, relative a n. 3 nuclei che, già elencati come “toponimi” nella Variante delle Certezze, erano stati individuati (delib. C.C. n. 110/97) per sperimentare la riqualificazione congiuntamente all’Edilizia Residenziale Pubblica ed ottimizzare i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Si è trattata della più imponente manovra di recupero urbanistico di insediamenti ex abusivi mai fatta.

Il Comune di Roma nel 1986, attraverso un bando nazionale, affida la redazione dei piani particolareggiati a professionisti esterni affiancati da dipendenti dell’A.C., riservandosi di redigerne quelli dei nuclei più rilevanti.
I professionisti esterni coinvolti nel bando sono stati 435. I professionisti dipendenti dall'amministrazione 90. Gli incarichi ai vincitori che, prevedevano la predisposizione dei piani particolareggiati per l' adozione, furono affidati nel 1987,.
La disomogeneità dei criteri di progettazione usati dai vari gruppi di professionisti incaricati era prevedibile, e l'Amministrazione con i suoi uffici si è fatta carico di una difficile opera di indirizzo, coordinamento e correzione.
Il primo piano particolareggiato (nucleo della zona “O” n. 46 Selcetta - Trigoria), redatto dall’Amministrazione Comunale perché doveva rappresentare anche la linea guida in termini di metodologia, venne adottato nel 1989.

A seguito della pubblicazione dei vari Piani Particolareggiati delle zone “O” sono pervenute circa 4.000 opposizioni ed osservazioni e durante l’iter procedurale per l’approvazione dei piani sono state redatte circa 300 deliberazioni di Consiglio Comunale
La pianificazione, di iniziativa pubblica, per il recupero urbanistico ha riguardato 72 piani esecutivi relativamente a 76 nuclei abusivi:
- n. 66 Piani Particolareggiati relativi a n. 70 nuclei approvati con la delibera di G.R.L. n. 4777/83;
- n. 3 Piani Particolareggiati relativi a n. 3 nuclei che erano stati approvati con la Variante Generale al P.R.G. nel 2006 (Piano delle Certezze);
- n. 3 Varianti approvate, ai sensi art. 9 della L.R. n. 28/80 (“immediatamente attuative”), relative a n. 3 nuclei che, già elencati come “toponimi” nella Variante delle Certezze, erano stati individuati (delib. C.C. n. 110/97) per sperimentare la riqualificazione congiuntamente all’Edilizia Residenziale Pubblica ed ottimizzare i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria
I piani particolareggiati per il recupero urbanistico dei cosiddetti “nuclei edilizi consolidati spontaneamente sorti”, una volta approvati definitivamente, permettono ai cittadini di realizzare o completare le proprie abitazioni e dotare i quartieri dei servizi mancanti.
Gli obiettivi della pianificazione sono:
- ristrutturare l’insediamento esistente in un organismo urbano funzionalmente più attrezzato prevedendo le aree per i servizi necessari alla popolazione insediata ed insediabile;
- ricucire le varie zone sorte spontaneamente e connettendole al territorio circostante in un contesto territoriale più ampio;
- migliorare le qualità urbane degli insediamenti;
- consentirà la realizzazione delle opere di urbanizzazione mancanti che attiveranno risorse della piccola industria edilizia e dell’artigianato locale creando occasioni e posti di lavoro.

Il piano particolareggiato è uno strumento operativo, in attuazione del P.R.G..
Con gli elaborati “Zonizzazione” (redatti su catastali in scala 1:1000 e 1:2000) prevede, in un contesto di viabilità adeguata (con allargamenti ove possibile di viabilità esistente), le destinazioni:
- delle aree (pubbliche) interessate dal verde, i servizi ed i parcheggi al fine di soddisfare lo standard di legge;
- delle aree (private) a conservazione dei volumi già costruiti e per l’edificazione nuova e di completamento
e con le “Norme Tecniche di Attuazione” detta le regole dell’uso del territorio interessato dal piano particolareggiato stesso

Allo stato attuale l’attività dell’ufficio è concentrata sul completamento dell’iter tecnico-amministrativo di quei Piani ancora da approvare definitivamente e soprattutto sulla riproposizione di quelli che, decorsi i dieci anni, sono “decaduti” per legge.

 

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Ufficio Zone O

Aree militari
20 dicembre 2010
Gli atti relativi all’ “Approvazione del «Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili militari della città di Roma» ai sensi dell’art. 58, comma 1, legge 6.8.2008 n. 133 di conversione del D.L. 25.06.2008 n. 112 e art. 2, comma 191, legge 23.12.2009 n. 191 e ss.mm.ii. in adozione di Variante al Piano Regolatore Generale vigente” ai sensi degli artt. 9 e 10 della L. 1150/1942 e dell’art. 33 della L.R.L. 38/1999, saranno pubblicati all’Albo Pretorio e in visione sia presso la Segreteria Comunale – Via Petroselli, 50 – sia presso i Municipi I, II, V, VIII, XI, XV, XVII, XVIII e XIX, dal 23.12.2010 e per i successivi trenta giorni.
Gli interessati potranno, fino a trenta giorni dopo la scadenza del periodo di deposito (22.01.2011), presentare osservazioni relative alla variante adottata, che dovranno essere in duplice copia.
Le osservazioni potranno essere consegnate al protocollo della U.O. Pianificazione e riqualificazione delle aree di interesse pubblico del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica – Piazza J. Kennedy, 15 – 00144 Roma (lunedì e giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00) o inviate per raccomandata.
Ai fini del rispetto della scadenza stabilita farà fede la data del timbro postale.

Il dirigente

Arch. Maurizio Geusa

Documenti scaricabili

Deliberazione Assemblea Capitolina n. 8 del 28/29 ottobre 2010 (f.to Pdf - Kb 120)
Relazione generale illustrativa (f.to Pdf - Kb 62)
Schede degli ambiti di valorizzazione da E1 a E10 (f.to Pdf - Kb 97)


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foto aerea guido reniDescrizione

L’ex caserma Guido Reni, situata nel Municipio II di Roma, quartiere Flaminio, diventerà la sede della Città della Scienza. È quanto ha deciso Roma Capitale che ha lavorato per realizzare questo importante progetto con l’obiettivo di cambiare il volto di un intero quartiere, offrire nuovi servizi ai cittadini e mettere a disposizione della città una struttura che vuole essere un contributo alla sua crescita economica, sociale e culturale.
La trasformazione riguarderà un’area di circa 51mila metri quadri, sui quali si prevede di edificare 72mila metri quadri di nuovi edifici. La Città della Scienza occuperà 27mila metri quadri; la restante parte sarà destinata alla realizzazione di 70 alloggi sociali (6000 metri quadri), 200 residenze private (29mila metri quadri), spazi commerciali (5mila metri quadri), strutture ricettive (5mila metri quadri) e attrezzature pubbliche per il quartiere.

Il progetto nasce dalla collaborazione fra due soggetti istituzionali: Roma Capitale e MEF-Agenzia del Demanio e coinvolge il Fondo immobiliare gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR. La realizzazione della Città della Scienza e dei servizi pubblici annessi, sarà possibile grazie alla messa in valore dell’area, che consentirà di reperire le risorse necessarie per il completamento degli interventi previsti, senza costi aggiuntivi per l’Amministrazione Comunale.

Il primo passo per l’avvio del progetto è stato la revoca della delibera 8 del 28-29 ottobre del 2010 attraverso la quale si intendeva dare attuazione al Protocollo d’Intesa fra il Comune di Roma e il Ministero della Difesa firmato il 4 giugno del 2010. L’accordo che prevedeva la valorizzazione di 15 caserme della Capitale, nascondeva il trasferimento di 550 milioni di euro da parte dello Stato al bilancio di Roma Capitale. Com’è noto il Protocollo, però, alla sua scadenza luglio 2011 (1 anno dalla sottoscrizione) non è stato più rinnovato.

L’attuale Giunta Capitolina, con la memoria approvata il 25 settembre 2013, ha successivamente formulato l’obiettivo di restituire una finalità pubblica all’intervento prevedendo, oltre alla realizzazione della Città della Scienza, la presenza di alloggi sociali pari al 20% della quota residenziale e servizi pubblici per il quartiere. Dopo un serrato confronto con l’Agenzia del Demanio e con l’acquirente, Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR, Roma Capitale ha approvato in Giunta, il 27 dicembre 2013, la relativa variante urbanistica. In 3 mesi, dunque, il progetto ha quasi interamente completato il suo iter amministrativo. Ora Roma Capitale avvierà un processo di partecipazione con la cittadinanza per definire le attrezzature  pubbliche e rilanciare il Progetto Urbano Flaminio.

L’ex caserma nasce nel 1906 come stabilimento militare di materiali elettronici e di precisione. Presto potrà ospitare la Città della Scienza, ossia un polo scientifico di rilevanza internazionale in grado di accogliere, esporre e rendere accessibile al grande pubblico il sapere scientifico e tecnologico in tutte le sue evoluzioni e articolazioni, nonché di promuovere la conoscenza scientifica, di sperimentarla e di diffonderla.

È il primo intervento di rigenerazione urbana promosso dalla Giunta Marino. Il contesto urbano in cui si inserisce la Città della Scienza comprende l’Auditorium Parco della Musica, il MAXXI, lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport e il quartiere Olimpico. Un progetto che ambisce, dunque, a offrire una nuova opportunità alla città ma anche a dare un contributo per una nuova identità dell’intero quartiere, connotandosi in pochi anni come la parte urbana di città storica con la maggiore concentrazione e densità di attività culturali, sportive e di sperimentazione artistica di livello europeo.

 

Documenti scaricabili

Scheda tecnica (f.to Pdf - Kb 166)

Destinazioni urbanistiche (f.to jpg - Kb 475)

 

Vedi anche:

- Quartiere della Città della Scienza: processo partecipativo sul programma urbanistico

 

 


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