Mappa Zone OL'operazione con la quale si da il via al “riconoscimento urbanistico” delle zone di nuovo abusivismo, inizia nel 1976-77 con l’individuazione dei nuclei mediante “perimetrazione” e con la successiva adozione della variante a zone “O” di P.R.G. (1978). La delibera delle controdeduzioni alle 2.200 circa osservazioni pervenute (1980), le modifiche che la Regione ha trasmesso al Comune (1981), fino al voto del Comitato Tecnico Regionale (1982 e 1983) portano, dopo un iter durato 7 anni, alla definitiva delibera di approvazione (G.R.L. n. 4777 del 3 agosto 1983) della variante al P.R.G. per il recupero dei “nuclei edilizi” dei 74 nuclei delle zone “O” per ciascuna delle quali sarebbe stato redatto un apposito piano particolareggiato (art. 16 delle N.T.A. del P.R.G.).
Il “recupero urbanistico” si attuerà con la realizzazione delle previsioni del Piano Particolareggiato dopo essere stato definitivamente approvato.
Nonostante il “clima politico” di questi anni fosse favorevole a questo tema (fu il cavallo di battaglia che mandò al governo della città di Roma la prima giunta di sinistra del sindaco Argan) c’è da considerare che il riconoscimento urbanistico di questi nuclei abusivi poté avvenire solo successivamente l’approvazione, con Legge Regionale n. 28/1980, delle “Norme concernenti l’abusivismo edilizio ed il recupero dei nuclei edilizi sorti spontaneamente”, che anticipò quella che poi divenne la legge nazionale sul condono edilizio (L. 47/85).
Numerosi insediamenti abusivi sorti spontaneamente erano divenuti, nel corso degli anni '70, veri e propri quartieri con notevoli carenze nel campo delle infrastrutture primarie e secondarie (le cosiddette “borgate”)
Dalla seconda metà degli anni Settanta le “borgate” sono state oggetto di un processo di risanamento sia urbano che sociale interessando la rete stradale, l’illuminazione pubblica e, soprattutto il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie mediante l’attuazione dei seguenti piani:
- il Piano di risanamento idro-sanitario per la costruzione delle reti idriche e fognarie (Piano ACEA) varato nel 1974
- il Piano di edilizia scolastica avviato nel 1976
- il Piano di illuminazione pubblica del 1979
- il Piano per l’estensione della rete di gas metano del 1980
Oltre che soddisfare i bisogni primari, questi quartieri avevano bisogno di aree pubbliche per l’organizzazione delle infrastrutture.

La variante a zona “O” – “recupero urbanistico” (approvata con delib. G.R.L. 4777/1983) ha riguardato n. 74 nuclei che interessavano:
- una superficie complessiva di 4.700 ha circa;
- 250.000 stanze/abitanti esistenti;
- 150.000 da realizzare a completamento:
- una densità media totale di 85 ab/ha circa.

Successivamente (con delib. G.R.L. 4832/1988) fu approvata la variante a zona “O” – “recupero urbanistico” per altri n. 5 “nuclei costieri” che non erano stati precedentemente approvati per incompatibilità con vincoli idrogeologici, paesistici ed archeologici. I n. 5 “nuclei costieri” interessavano:
- una superficie complessiva di 180 ha circa;
- 15.000 stanze/abitanti esistenti;
- 3.500 da realizzare a completamento.
N. 4 dei nuclei della delib. G.R.L. 4777/83, per una superficie complessiva di 300 ha circa, con 15.000 stanze/abitanti esistenti e 6.500 da realizzare a completamento ed i n. 5 “nuclei costieri” ricadono, dal 1992, nel nuovo Comune di Fiumicino che ha interessato un territorio (ex XIV^ Circoscrizione di Roma) di circa 30.000 ha dei 150.000 circa del Comune di Roma.

Con la Variante Generale al P.R.G. nel 2006 (Piano delle Certezze) vengono approvati altri n. 3 nuclei di cui n. 2 (Colle del Sole, ex Tavernelle e Pratolungo che non erano stati precedentemente approvati nella Variante del 1983 per incompatibilità con l’inceneritore di Rocca Cencia dell’intorno).
N. 3 Varianti “immediatamente esecutive” approvate nella metà degli anni duemila, ai sensi art. 9 della L.R. n. 28/80, relative a n. 3 nuclei che, già elencati come “toponimi” nella Variante delle Certezze, erano stati individuati (delib. C.C. n. 110/97) per sperimentare la riqualificazione congiuntamente all’Edilizia Residenziale Pubblica ed ottimizzare i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Si è trattata della più imponente manovra di recupero urbanistico di insediamenti ex abusivi mai fatta.

Il Comune di Roma nel 1986, attraverso un bando nazionale, affida la redazione dei piani particolareggiati a professionisti esterni affiancati da dipendenti dell’A.C., riservandosi di redigerne quelli dei nuclei più rilevanti.
I professionisti esterni coinvolti nel bando sono stati 435. I professionisti dipendenti dall'amministrazione 90. Gli incarichi ai vincitori che, prevedevano la predisposizione dei piani particolareggiati per l' adozione, furono affidati nel 1987,.
La disomogeneità dei criteri di progettazione usati dai vari gruppi di professionisti incaricati era prevedibile, e l'Amministrazione con i suoi uffici si è fatta carico di una difficile opera di indirizzo, coordinamento e correzione.
Il primo piano particolareggiato (nucleo della zona “O” n. 46 Selcetta - Trigoria), redatto dall’Amministrazione Comunale perché doveva rappresentare anche la linea guida in termini di metodologia, venne adottato nel 1989.

A seguito della pubblicazione dei vari Piani Particolareggiati delle zone “O” sono pervenute circa 4.000 opposizioni ed osservazioni e durante l’iter procedurale per l’approvazione dei piani sono state redatte circa 300 deliberazioni di Consiglio Comunale
La pianificazione, di iniziativa pubblica, per il recupero urbanistico ha riguardato 72 piani esecutivi relativamente a 76 nuclei abusivi:
- n. 66 Piani Particolareggiati relativi a n. 70 nuclei approvati con la delibera di G.R.L. n. 4777/83;
- n. 3 Piani Particolareggiati relativi a n. 3 nuclei che erano stati approvati con la Variante Generale al P.R.G. nel 2006 (Piano delle Certezze);
- n. 3 Varianti approvate, ai sensi art. 9 della L.R. n. 28/80 (“immediatamente attuative”), relative a n. 3 nuclei che, già elencati come “toponimi” nella Variante delle Certezze, erano stati individuati (delib. C.C. n. 110/97) per sperimentare la riqualificazione congiuntamente all’Edilizia Residenziale Pubblica ed ottimizzare i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria
I piani particolareggiati per il recupero urbanistico dei cosiddetti “nuclei edilizi consolidati spontaneamente sorti”, una volta approvati definitivamente, permettono ai cittadini di realizzare o completare le proprie abitazioni e dotare i quartieri dei servizi mancanti.
Gli obiettivi della pianificazione sono:
- ristrutturare l’insediamento esistente in un organismo urbano funzionalmente più attrezzato prevedendo le aree per i servizi necessari alla popolazione insediata ed insediabile;
- ricucire le varie zone sorte spontaneamente e connettendole al territorio circostante in un contesto territoriale più ampio;
- migliorare le qualità urbane degli insediamenti;
- consentirà la realizzazione delle opere di urbanizzazione mancanti che attiveranno risorse della piccola industria edilizia e dell’artigianato locale creando occasioni e posti di lavoro.

Il piano particolareggiato è uno strumento operativo, in attuazione del P.R.G..
Con gli elaborati “Zonizzazione” (redatti su catastali in scala 1:1000 e 1:2000) prevede, in un contesto di viabilità adeguata (con allargamenti ove possibile di viabilità esistente), le destinazioni:
- delle aree (pubbliche) interessate dal verde, i servizi ed i parcheggi al fine di soddisfare lo standard di legge;
- delle aree (private) a conservazione dei volumi già costruiti e per l’edificazione nuova e di completamento
e con le “Norme Tecniche di Attuazione” detta le regole dell’uso del territorio interessato dal piano particolareggiato stesso

Allo stato attuale l’attività dell’ufficio è concentrata sul completamento dell’iter tecnico-amministrativo di quei Piani ancora da approvare definitivamente e soprattutto sulla riproposizione di quelli che, decorsi i dieci anni, sono “decaduti” per legge.

 

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Ufficio Zone O


print-pietralata-icoL'area di intervento del Programma Integrato della Città da Ristrutturare n. 6-6a, per una superficie complessiva di circa 63 ettari, si trova all'interno del G.R.A., nel quadrante Nord-Est della città.

Si tratta di un'area prevalentemente residenziale che racchiude però al suo interno, nella parte centrale anche attività di tipo produttivo: autodemolitori, capannoni per la vendita di materiali edili, artigiani.
La borgata di Pietralata nacque fra gli anni trenta e quaranta dello scorso secolo per accogliere gli abitanti del centro storico sfollati dagli sventramenti e ad essi si aggiunsero ben presto altri abitanti del centro costretti ad abbandonare le loro case divenute ormai troppo costose.
Accanto all'omonimo Forte sorsero così i lotti , costruzioni a uno o due piani che sostituirono le baracche e in cui abitavano i più poveri; poi fu la volta delle case costruzioni a quattro piani destinate ai ceti medi e, nel dopoguerra, i palazzi a cinque piani, abitate dai più abbienti. Negli anni settanta l'edificazione si fa più intensa e oggi Pietralata si presenta densamente popolata ma scarsamente dotata di infrastrutture, di servizi pubblici e privati, di spazi pubblici di aggregazione e soffre della presenza di attività produttive poco compatibili con le funzioni e le dinamiche dei flussi di un quartiere residenziale.
Tra gli obiettivi del programma c'è la valorizzazione degli spazi urbani attraverso la creazione di nuove micro-centralità di livello locale anche grazie alla demolizione e rilocalizzazioni delle strutture per attività non compatibili con la vita di quartiere.
Altro obiettivo prioritario è la riqualificazione e valorizzazione delle emergenze storiche.
Più in generale si punta alla realizzazione di un sistema che metta in coerenza le aree verdi già pianificate e quelle ancora libere, con la realizzazione di un circuito ciclo-pedonale che unisca le aree verdi sul versante sud del programma a quelle del versante nord, con la realizzazione di una centralità sul Belvedere di Casale Rocchi, di corridoi ambientali -collegati fra loro e con le aree verdi attrezzate- che garantiranno l'accessibilità diretta al Parco dell'Aniene.
Il sistema della mobilità principale è organizzato, a livello urbano, attorno alla via di Pietralata, che costituisce con via dei Monti Tiburtini un fondamentale collegamento trasversale fra le consolari via Nomentana e via Tiburtina.
I collegamenti interni al quartiere sono sottodimensionati e spesso poco funzionali, con strade a volte prive di marciapiedi e di illuminazione. Si prevedono dunque numerosi interventi: l'adeguamento e potenziamento di via di Pietralata con la realizzazione di marciapiedi e di parcheggi pubblici a raso; l'adeguamento e potenziamento del sistema stradale che parte da via di Pietralata, per migliorare l'attraversamento dei quartieri e garantire l'accesso a via dei Monti Tiburtini e più in generale al territorio circostante; la realizzazione di rotatorie per l'organizzazione delle intersezioni viarie con via di Pietralata.
Dal punto di vista del trasporto pubblico su ferro i collegamenti sono invece agevolmente assicurati dalla vicinanza della metro B, con il nodo di scambio di Ponte Mammolo e con le tre fermate di S.M. del Soccorso, Pietralata-Quintiliani e Monti Tiburtini, che servono tutto il quartiere.

L'investimento complessivo previsto dal Programma definitivo per la realizzazione delle opere pubbliche è di circa 57 milioni di euro. Oltre a quelle già citate tra le opere pubbliche prioritarie sono previsti due asili nido, uno in via Mesula e l'altro in via di Pietralata, dove sorgeranno anche un mercato comunale e un teatro.

Stato di attuazione:

Successivamente all’adozione del Programma Definitivo, avvenuta con Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 18 del 4 aprile 2013, è stata esperita la procedura di pubblicazione di cui all’art. 15 della L. 1150/1942, conclusasi il 9 luglio 2013.
Sono pervenute n. 12 Osservazioni - Opposizioni nel termine fissato per l’8 agosto 2013 e n. 2 fuori termine.
Attualmente si resta in attesa delle acquisizioni dei pareri dell’Autorità di Bacino Tevere e del Servizio Geologico e Sismico Regionale ai fini della verifica di compatibilità delle previsioni del Print con le condizioni geomorfologiche del territorio, nonché del parere Regionale sullo Studio di Inserimento Paesaggistico, attività propedeutiche alle procedure di Approvazione del Programma Definitivo.


Responsabile del procedimento:
Arch. Paolo Ceccarelli

Documenti scaricabili:
- Delibera di Giunta Capitolina n. 283 del 24.5.2006 - Approvazione programma assetto urbanistico preliminare e adozione bando (f.to Pdf - Kb 64)
- Delibera di Giunta Capitolina n. 651 del 30.11.2006 - Proroga scedanza bando (f.to Pdf - Kb 448)

- Delibera di Assemblea Capitolina n. 18 del 4.4.2013 - Adozione del programma definitivo  (f.to Pdf - Kb 126)

 

Programma definitivo
- Programma definitivo - Relazione generale (f.to Pdf - Kb 649)
- Programma definitivo - Relazione sintetica (f.to Pdf - Kb 43)
- Programma definitivo - Quadro riepilogativo del programma (f.to Pdf - Kb 18)
- Programma definitivo - Planivolumetrico generale degli interventi (f.to Pdf - Mb 3,42)
- Programma definitivo - Localizzazione degli interventi pubblici (f.to Pdf - Mb 3,19)
- Programma definitivo - Localizzazione degli interventi privati (f.to Pdf - Mb 3,63)

Progetti di alcune opere pubbliche:
Via di Pietralata: nuova sistemazione della viabilità (f.to Pdf - Kb 122)
- Via di Pietralata: nuova rotatoria e spazi pedonali (f.to Pdf - Kb 150)
- Via di Pietralata: nuovo accesso al parco pubblico (f.to Pdf - Kb 152)
- Via di Villa Mangani: nuova sistemazione della piazza (f.to Pdf - Kb 156)
- Inquadramento territoriale delle opere pubbliche -Tav.1 (f.to Pdf - Kb 388)
- Inquadramento territoriale delle opere pubbliche -Tav.2 (f.to Pdf - Kb 388)

Inquadramento territoriale delle opere pubbliche -Tav.3 (f.to Pdf - Kb 391)

Nella sezione Deliberazioni e atti del portale di Roma Capitale è possibile scaricare tutti gli allegati che accompagnano la Delibera di adozione, inserendo i dati per la ricerca nel modo seguente (campi in giallo):

 

ricerca-pietralata

 


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quadro unioneI Programmi integrati di intervento puntano a promuovere, coordinare ed integrare iniziative e risorse pubbliche e private, per migliorare la qualità urbana e la dotazione di servizi e infrastrutture di quartieri che ne sono carenti.
Originariamente introdotti dall’art. 16 della Legge 17 febbraio 1992, n. 179 e successivamente recepiti dalla Legge Regionale 26 giugno 1997, n. 22, i Programmi integrati di intervento sono annoverati tra gli strumenti di attuazione del Nuovo Piano Regolatore Generale, che all’art. 14 delle NTA ne definisce finalità, iniziativa, applicazione, procedura e contenuti. Gli ambiti per i Programmi integrati riferiti alla Città consolidata, alla Città da ristrutturare ed alla Città della trasformazione sono rispettivamente disciplinati dagli artt. 50, 53 e 60 delle Norme Tecniche.
Sul piano delle procedure amministrative, l'Amministrazione capitolina, in collaborazione con i Municipi interessati, predispone per ciascun ambito uno Schema di assetto preliminare che, oltre a definire obiettivi e indirizzi per la realizzazione degli interventi, individua le opere pubbliche la cui realizzazione è ritenuta prioritaria.
Successivamente, l’Amministrazione, sulla base di uno schema di bando-tipo approvato dalla Giunta capitolina, emana il Bando di sollecitazione dei contributi partecipativi e delle proposte d’intervento.
I contributi partecipativi consistono in osservazioni, proposte di modifica, richieste di chiarimenti e specificazioni, in ordine al Programma preliminare e al bando, nonché indicazioni per la formazione del Programma definitivo. Possono essere presentate da Associazioni, Comitati o Enti, portatori di interessi diffusi, da Amministrazioni pubbliche aventi competenza o interesse, dai proprietari degli immobili.
Le proposte di intervento possono essere presentate da soggetti titolari del diritto di proprietà sugli immobili oggetto della proposta d’intervento. In alternativa o congiuntamente ai proprietari, possono aderire all’invito anche i promissari acquirenti delle aree proposte, divenuti tali in forza di atti preliminari di compravendita. Le proposte d’intervento contengono la definizione preliminare degli interventi di trasformazione delle aree ricadenti nei perimetri degli ambiti per i Programmi integrati, ovvero nelle aree ad essi adiacenti, nei casi previsti dall’art. 53, comma 17, delle NTA. Esse devono essere funzionali al conseguimento degli obiettivi e coerenti con gli indirizzi stabiliti dal Programma preliminare; devono risultare altresì conformi alla disciplina del PRG.
Sulla base degli esiti del bando verrà messo a punto il Programma definitivo degli interventi, che rappresenta la conclusione della procedura di formazione dei Programmi integrati.


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Presentazione

Housing sociale

Negli ultimi anni la situazione di disagio abitativo nel Comune di Roma si è gravemente accentuata, investendo anche le famiglie a reddito medio o medio-basso, oltre alle tradizionali categorie sociali svantaggiate (famiglie e giovani coppie a basso e monoreddito, anziani, studenti fuori sede, immigrati regolari), rendendo sempre più difficile l’accesso alla proprietà o alla locazione di abitazioni.

Già con l'approvazione del PRG, l'Amministrazione ha individuato, tra i criteri di perequazione, modalità e procedure per l'acquisizione di aree da destinare ad housing sociale. Con l'approvazione del Piano Casa varato dal Governo (L. 133 del 6.08.08), gli strumenti giuridico-amministrativi sono stati condivisi dall'A. C. che, con la Memoria di Giunta Comunale del 7 agosto 2008 (f.to Pdf - Mb 1,2), ha dato mandato agli Uffici dei Dipartimenti III, VI e IX di procedere alle verifiche tecnico-istruttorie e giuridico-amministrative finalizzate all'attuazione di tale manovra.

Nel marzo del 2010, il Consiglio Comunale di Roma ha approvato la Deliberazione n. 23 “Indirizzi per il "Piano Casa" del Comune di Roma” (f.to Pdf - Kb 136), che propone un programma organico di iniziative da intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.

Da un’indagine preliminare del CRESME, effettuata nel 2009, risulta che a Roma la domanda complessiva per il segmento debole della domanda residenziale è stimata in 52.800 alloggi, così suddivisi per categorie sociali:
a) 5.000 alloggi per i senza tetto o con sistemazione precaria;
b) 36.600 alloggi per le famiglie in condizioni di insostenibilità del canone d’affitto;
c) 4.400 alloggi risultano necessari per gli studenti che non godono di un sufficiente sostegno economico;
d) 2.600 alloggi per i lavoratori fuori sede;
e) 4.200 alloggi relativi alle famiglie proprietarie che hanno difficoltà, anche in relazione alla grave crisi economica-finanziaria internazionale in essere, a sostenere le rate di mutuo dovute.

Tenendo conto di tutti i fattori (contributo comunale per l’affitto, edificazioni già programmate, ecc.), il numero di alloggi da considerare per la determinazione della nuova domanda di edilizia residenziale pubblica e di housing sociale da realizzare è stimabile in 25.700 alloggi, dei quali circa 6.000 destinati a ERP.

Va tuttavia precisato che l'Amministrazione Comunale, già nell’ottobre del 2008, ha approvato un Invito pubblico per l’individuazione di nuovi Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata, finalizzati al reperimento di aree per l’attuazione del Piano Comunale di “housing sociale” e di altri interventi di interesse pubblico, presente nella Deliberazione di Giunta n. 315/2008 (f.to Pdf - Mb 3,7)

Successivamente la Giunta Comunale, con la Deliberazione n. 288 del 23 settembre 2009 ha predisposto un "Avviso Pubblico per manifestazione di interesse alla presentazione di proposte ed all’inserimento nel primo Programma di Riqualificazione degli Immobili Agricoli dismessi o sotto-utilizzati", nell'ambito di un programma economico-urbanistico (PRIA) che il Comune ha deciso di formare per riqualificare le aziende agricole dell'agro romano, ma anche per reperire alloggi in affitto a canone basso all'interno degli edifici attualmente inutilizzati presenti nelle aree agricole e migliorare nel contempo la qualità paesaggistica ed ambientale della campagna romana.

Con l'approvazione del "Bando ricognitivo per l'individuazione di aree ed edifici degradati o dismessi (relitti urbani), disponibili per interventi di recupero finalizzati all'incremento delle dotazioni di servizi e della qualità urbana in periferia" (Del. G.C. 212 del 7.07.2010), il Comune ha lanciato un vasto programma di risanamento e riqualificazione di complessi in dismissione, sostituendo i "relitti" del vecchio sistema logistico-industriale che circonda la città consolidata, con nuovi insediamenti urbani, opere infrastrutturali e servizi di livello cittadino.

Il 14 luglio 2010, la Giunta Comunale ha approvato due inviti pubblici finalizzati ad incrementare il numero di alloggi da destinare ad housing sociale e ad edilizia residenziale pubblica.
Il primo invito, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 221 (f.to Pdf - Mb 2,6), prevede cambi di destinazione d'uso di zone urbanistiche, mentre il secondo invito, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 222 (f.to Pdf - Mb 1,3), prevede cambi di destinazione d'uso di fabbricati.
La Deliberazione di Giunta Comunale 249/2010 (f.to Pdf - Kb 64) del 3 agosto 2010 ha apportato delle modifiche ai due inviti pubblici.
Con Determinazione Dirigenziale n.14 del 12 gennaio 2011, il termine di scadenza per la presentazione delle proposte di adesione ai due inviti è stato sospeso.
Il 23 marzo 2011 la Giunta Capitolina, con la Deliberazione n.74, ha approvato le modifiche e integrazioni fissando una nuova scadenza per la presentazione delle proposte d'intervento per entrambi gli inviti.

Con il bando "Assegnazione dell’Area F ricadente nel comprensorio direzionale di Pietralata per la realizzazione di un programma di housing sociale con relative urbanizzazioni", l'Amministrazione intende costruire, con il concorso dei privati, 555 nuovi alloggi all'interno di un nuovo quartiere costituito da edifici di 4 o 5 piani sulle aree individuate dal Progetto Preliminare delle Aree “F” approvato il 21 luglio 2010 con Deliberazione di Giunta Comunale n. 231 (f.to Pdf - Kb 355).


La Giunta Capitolina ha approvato il 2 agosto 2013 la Delibera n. 327 che -in coerenza con quanto disposto dalle linee programmatiche del Sindaco Ignazio Marino per il mandato amministrativo in corso- dispone di non dare seguito alla Deliberazione di Giunta Comunale n. 315 del 15.10.2008.

 

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