Scampoli d’archivio... Spese di viaggio
Questo è lo spazio per un piccolo tuffo nel passato, un confronto con i nostri colleghi di “ieri” direttamente dai nostri archivi.
Allegati
Cuor di bersagliere
Ricorre quest’anno il Centenario della Fondazione dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, l'associazione d'arma dell’omonimo corpo di fanteria, che conta 70 Fanfare associative, dislocate su tutto il territorio nazionale, che anche grazie al coinvolgimento dei giovani attraverso le scuole musicali mantengono vive le tradizioni musicali dei fanti piumati.
Impegnati oggi soprattutto nella salvaguardia del territorio e nella protezione civile, i bersaglieri sono stati, a partire dagli anni ’80, frequentemente schierati nell'ambito di quasi tutte le missioni militari italiane all'estero. A sua volta impegnata nel sociale, l’Associazione Nazionale Bersaglieri collabora con realtà quali AIL, AISM, Banco alimentare, Telethon e con la Protezione Civile.
A raccontarci tutto questo è Sergio, nostro collega del Co.Q.U.E, l’Ufficio Qualità Urbana e Architettonica della Direzione Pianificazione Generale.
Cuor di bersagliere –come recita l’omaggio musicale del maestro Leandro Bertuzzo a tutti i Caduti nella spedizione in Russia - sin dal 1984, quando ha frequentato il corso di Allievo Ufficiale di Complemento per poi ottenere come prima nomina quella di sottotenente del I Battaglione La Marmora a Civitavecchia. Profondamente legato alla storia e ai valori bersagliereschi, oggi Sergio suona il flicorno contralto nella Fanfara Ladispoli Cerveteri, contribuendo a mantenere viva, con la musica e i canti, la memoria delle figure e delle vicende di una storia che dal Risorgimento ad oggi, passando per le due grandi guerre ha visto nei bersaglieri i suoi più intrepidi protagonisti.
Una passione da coltivare e trasmettere -insieme a Sergio suona nella stessa Fanfara, anche il figlio, virtuoso della tromba- anche partecipando ai tanti raduni e manifestazioni organizzati dalle 581 sezioni dell’ANB a cui partecipano decine di migliaia di persone, giovani e meno giovani, anche se, ci dice Sergio, Un bersagliere ha sempre vent’anni.
Questo è uno spazio in cui segnalare iniziative promosse, auto-organizzate o da organizzare, o presentare progetti volti a migliore il processo di lavoro.
Come inviare le proposte:
Puoi farlo inviando un'e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il giorno 15 di ogni mese per poterla pubblicare nella successiva uscita della newsletter.
Hic Sunt Leones - Festival delle periferie
Dal 10 al 16 giugno la Pelanda, nell’ex Mattatoio di Testaccio, ospiterà la terza edizione dell’IPER Festival delle periferie promosso dal RIF - Museo delle periferie.
Ideato e diretto da Giorgio de Finis -già Direttore Artistico del Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma e ideatore e curatore del Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz- il Museo delle Periferie è un progetto di Roma Capitale in collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo. Nato nel 2020, opera in maniera diffusa sul territorio, in attesa della sede che sarà realizzata nella corte nord del comparto R5 di via dell’Archeologia con i fondi PNRR del Piano integrato di Tor Bella Monaca. Con sale espositive, atelier, sale conferenze, laboratori, biblioteche, una sala cinema, il RIF sarà il primo museo di Roma Capitale fuori del Grande Raccordo Anulare, uno spazio polivalente, espositivo e di elaborazione artistica e culturale a Tor Bella Monaca, per la Città.
Quest’anno il Festival si interroga su dove risieda l’immaginazione, suggerendo, attraverso la locuzione latina che dà il titolo all’edizione, Hic Sunt Leones, di osservare zone inesplorate,
nuovi luoghi, concetti e discipline reali o immaginarie, superando i confini delle categorie, con l’obiettivo di promuovere nuove pratiche, suggerire spazi altri in cui germoglino energie, scambi e dialoghi, attraverso la politica, la musica, il teatro, la filosofia, l’arte contemporanea, il cinema, la sociologia.
Nel programma del Festival, ciò che è particolarmente importante è la commistione tra globale e iperlocale: dalla conferenza di Veena Das, professoressa della Johns Hopkins University, che evoca la storia indiana, Wittgenstein e le poesie dell’antico sanscrito per costruire teorie di antropologia della violenza e della sofferenza sociale; alla mostra e performance Rome Sweet Home, a cura del Museo delle Periferie, realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Tormararte, nella quale si ripercorrono, attraverso quattro itinerari fotografici, diversi sguardi e modi di vivere nella capitale.
E, ancora, Lucamaleonte, artista romano molto apprezzato nel mondo della Street Art, Pappi Corsicato regista e sceneggiatore che ha diretto film, serie TV, cortometraggi, documentari, videoclip, Lucio Saviani, filosofo e scrittore, esponente dell’ermeneutica e socio fondatore della Società Filosofica Europea di Ricerca e Alti Studi, Leonardo Boff, filosofo e teologo brasiliano, e naturalmente molti altri.
10 – 16 giugno 2024
MATTATOIO di Roma | La Pelanda
Piazza O. Giustiniani 4 - Roma
INGRESSO LIBERO
Il sigaro e la luna
L’osservazione dei cantieri, si sa, è il passatempo preferito dei pensionati, gli umarèll: li studiano, li seguono, verificano, commentano, si appassionano.
Proprio come è successo al nostro collega Angelo La Rocca, che ha lasciato il Dipartimento nel 2020, dedicandosi a tempo pieno alla sua passione di sempre, la fotografia. Da allora, con le sue fotocamere e i suoi droni, gira l’Italia documentando il lavoro di costruzione di strade, ponti, viadotti e gallerie per certificare l’evolversi dell’infrastruttura fino al suo completamento.
Il suo non è un passatempo, però, ma un lavoro a tutto tondo che richiede molta energia, inventiva, competenza e un occhio allenato a cogliere la peculiarità e le dinamiche di ogni ambiente.
E da questa osservazione delle forme, delle figure, dei movimenti nascono le immagini stranianti e misteriose che Angelo propone al nostro sguardo nella mostra in corso presso il Centro Culturale La Camera Verde.
Riflessi, scomposizioni, trame, pareidolie che raccontano non più l’insieme ma il dettaglio, non lo documentano ma lo reinterpretano, donandogli una nuova identità e una nuova storia, giocando con la luce e i colori con freschezza e maestria. Il cemento e l’acciaio perdono la loro rigidità, si fanno malleabili, i vetri diventano specchi, le prospettive si fanno audaci e a tratti improbabili, creando frammenti di sorprendente bellezza.
Leggi la presentazione del curatore della Mostra
Fino all’8 giugno 2024
Centro Culturale La Camera Verde
Via Giovanni Miani n.20
Tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 21.00
Ingresso gratuito