Passione Calciotto
È stato un esordio vittorioso quello della squadra di “calciotto” - variante del gioco del calcio, praticata a livello amatoriale- dell’Urbanistica, che ha disputato la sua prima partita contro i colleghi del Patrimonio.
Un risultato, 4-3, appena offuscato dal piccolo infortunio subito dal Capo Dipartimento del Patrimonio –che figura in squadra insieme al suo Assessore- a cui vanno gli auguri di pronta guarigione di tutta la squadra dell’Urbanistica, in attesa della dovuta rivincita.
Nata dal passaparola, la squadra è ancora in formazione. Manca in particolare il Portiere, ruolo che i nostri atleti per il momento ricoprono a turno, e sono aperte le selezioni per nuovi giocatori.
Non hanno ancora uno stemma, né una divisa, i nostri sportivi colleghi, ma sognano già un Torneo Campidoglio, con squadre di tutti i Dipartimenti, come quello che decenni fa vide scendere in campo ben due squadre dell’Urbanistica –juniores e seniores- e ambiscono a portare al più presto in squadra anche l’Assessore Veloccia e il nostro Capo Dipartimento, Gianni Gianfrancesco.
Hanno vinto senza neanche aver cominciato ad allenarsi insieme, forti di esperienze attuali o pregresse in altre formazioni, con una compagine che vede correre e sudare affiancati dirigenti, politici, istruttori, funzionari, impiegati, esponenti della vecchia guardia e neoassunti. Un’esperienza di inclusione, aggregazione e partecipazione che favorisce e consolida la conoscenza e la cooperazione intergruppo.
Ora progettano di sfidare il SIMU, la Mobilità, l’Ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti, ragionando col Mister su ruoli e schemi, e fra di loro su come reperire le risorse per l’affitto del campo, le magliette, la piccola attrezzatura e… il bonus pizza a termine delle partite vittoriose.
Ipotizzando di poter contare anche sul sostegno -in termini di idee, suggerimenti, progettualità e competenze- dei colleghi e delle colleghe, si spingono fino a immaginare un concorso di idee, tutto interno al DIPAU, per definire simbolo e colori sociali.
E tra una chiacchiera e l’altra torna il rovello sul racimolare i fondi necessari a consolidare e far crescere questa esperienza: urge individuare un mentore o uno sponsor, un mecenate o un sostegno istituzionale.
Ma soprattutto, e al più presto un Portiere. Chi è interessato e abbia un minimo di esperienza nel ruolo può mettersi in contatto col Capitano, Fabio Di Bonaventura. E ci si può candidare anche per altre posizioni in campo, tenuto conto che nel calciotto non c’è limite alle sostituzioni e nel frattempo… in panchina c’è posto.
(La squadra del Patrimonio)
Questo è uno spazio in cui segnalare iniziative promosse, auto-organizzate o da organizzare, o presentare progetti volti a migliore il processo di lavoro.
Come inviare le proposte:
Puoi farlo inviando un'e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il giorno 15 di ogni mese per poterla pubblicare nella successiva uscita della newsletter.
Infinite forme e bellissime
Forme sorprendenti e materiali e tecniche inedite sono gli elementi fondanti del panorama artistico di Tony Cragg. Un percorso iniziato disegnando per passione quando lavorava come tecnico di laboratorio nel campo della ricerca biochimica alla National Rubber Producers Research Association e proseguito poi al Gloucestershire College of Art and Design, successivamente alla Wimbledon School of Art infine al Royal College of Art di Londra, dove si concentra prevalentemente sulla scultura.
Dal 9 novembre 2024 al 4 maggio 2025, il Museo Nazionale Romano presenta alle Terme di Diocleziano la mostra "Tony Cragg. Infinite forme e bellissime", a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Verger: diciotto sculture, di medie e grandi dimensioni, realizzate negli ultimi due decenni in bronzo, legno, travertino, fibra di vetro e acciaio e ispirate al mondo minerale e vegetale, alla geologia e alla biologia.
Stupefacente passeggiare tra onde del mare, strutture geometriche di una pianta o di una conchiglia attraversando gli spazi suggestivi e monumentali delle Terme di Diocleziano, le più grandi e sontuose terme costruite a Roma, un tempo alimentate da un ramo dell'Acqua Marcia che partiva da Porta Tiburtina e, con un tragitto ad arcate utilizzato fino al 1879 dall'Acquedotto Felice, conduceva l'acqua in una cisterna lunga più di 90 m, detta la botte di Termini, che fu distrutta nel 1876 per poi fare spazio all’omonima Stazione.
Colori accesi e sgargianti modellano figure spesso inafferrabili, che mutano man mano che ci si muove intorno, come se non ci fosse un lato, un davanti o dietro, un modo corretto di osservarle e la loro vera natura scaturisse proprio dall’interazione con l’austerità degli gli spazi e gli sguardi dei visitatori in un carosello di infinite possibilità che genera stupore e straniamento.
Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano
Via Enrico de Nicola 78
Aperto dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.00, ultimo ingresso ore 18.00
Museo della Scienza di Roma: tutti i progetti in Concorso
Bandito da Roma Capitale nel novembre 2022 –in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma ed espletato sulla piattaforma CAN – Competition Architecture Network dell’OAR- il Concorso internazionale di progettazione del "Museo della Scienza di Roma" ha visto la straordinaria partecipazione di 70 studi di professionisti da tutto il mondo.
Ad aggiudicarsi il primo posto, nell’agosto 2023, è stato ADAT Studio - raggruppamento di giovani professionisti romani con esperienza internazionale- con il progetto Science Forest, una proposta imperniata sul mutevole dialogo tra natura, scienza e contesto urbano.
La realizzazione del Museo, per cui è previsto un investimento di circa 75 milioni di euro, è il fulcro del processo di trasformazione dell'ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni, nel quartiere Flaminio.
Il 4 dicembre scorso un Convegno alla Casa dell’Architettura ha riunito tutti i soggetti coinvolti nella procedura concorsuale: i progettisti vincitori, gli altri studi premiati, rappresentanti della giuria, il Rup, i professionisti e l’amministrazione capitolina, in occasione dell’inaugurazione di una mostra di tutte le proposte progettuali. Le stesse oggi raccolte nel catalogo -pubblicato per Roma Capitale dalla Casa editrice dell’Ordine degli Architetti- che racconta il concorso anche come occasione di sperimentazione e riflessione critica sul ruolo che il progetto contemporaneo assume in una città stratificata e complessa come Roma, ristabilendo la centralità dell’ideazione progettuale come fattore fondamentale nella visione strategica della Città.
Il volume, quasi duecento pagine corredate da una ricchissima documentazione grafica, è disponibile gratutitamente per le colleghe e i colleghi del Dipartimento, fino ad esaurimento copie, presso le segreterie dell’Assessorato e della Direzione Trasformazione Urbana.
15 Roma - Raccontare il cambiamento
Cambiare una città come Roma, cercando di renderla più accessibile, vivibile e solidale è un obiettivo ambizioso, che si realizza partendo dall’ascolto del territorio, dalle identità frammentate dei quartieri, delle borgate, delle periferie di vecchia e nuova memoria per arrivare a un ridisegno complessivo.
Il cambiamento, per altro, genera spesso diffidenza e timori, in una città da sempre terreno di scontri fra interessi contrapposti. Per questo è necessario imparare a raccontarlo, a spiegarlo, e anche a discuterlo con chi questa città la vive e ne conosce criticità e opportunità. Perché sia condiviso e non imposto.
È questa l’idea di fondo della campagna di comunicazione “15 Roma” che il DIPAU ha lanciato per raccontare il Programma dei 15 progetti per la città dei 15 minuti, finalizzato alla riqualificazione dello spazio pubblico e al recupero delle aree degradate di 15 ambiti urbani, uno per municipio, favorendo la creazione delle connessioni, valorizzando le vocazioni e le funzioni esistenti e costruendo le condizioni per aggiungerne di nuove, attraverso la realizzazione di progetti di “prossimità” con il coinvolgimento delle comunità locali.
Raccontare, informare, coinvolgere sono dunque i perni su cui ruota la strategia di comunicazione che -partendo dal confronto con i quindici studi di architettura coinvolti nella stesura del masterplan, con i referenti dei Municipi, i dirigenti del Dipartimento e l’Assessore all’Urbanistica che ha promosso questo progetto- ha messo a fuoco le parole chiave, i valori identitari, gli elementi distintivi che aiuteranno a proporre soluzioni coerenti, efficaci e in linea con le necessità e le aspettative dei territori.
Una strategia che punta a vincere diffidenza e scetticismo, creando un messaggio che semplifichi le astrazioni dell’urbanistica e dell’architettura per raccontare qualcosa che ancora non c’è e prevede attività di coinvolgimento mirate: workshop, riunioni di quartiere, attività di cura e manutenzione.
Guardando ai progetti per la trasformazione dei quartieri come primo passo per un cambiamento radicale e diffuso. Non iniziativa isolata, ma metodo: i 15 Municipi cambiano e con loro cambia Roma.